Il tema della fiducia è un argomento cruciale per comprendere le dinamiche relazionali e affettive legate alla crescita dell’individuo all’interno della famiglia e il suo incontro con il mondo sociale. Fiducia e speranza rappresentano il polo affettivo delle relazioni familiari e, intrecciandosi con la giustizia e la lealtà che rappresentano invece il polo etico, costituiscono la struttura portante della relazione tra genitori e figli. La famiglia infatti è il luogo per eccellenza del legame affettivo, ma anche il luogo dove si impara a conferire e ad assumersi delle responsabilità nei confronti dell’altro.
La fiducia si costituisce come un dono che caratterizza il legame incondizionato quale è quello familiare, che si alimenta di azioni che prestano fiducia all’altro e che ha origine nella gratuità. La mancanza di fiducia e giustizia all’interno della famiglia rappresentano invece delle minacce al legame non consentendo il riconoscimento e la comprensione reciproca (Cigoli, Scabini 2000).
La fiducia è l'elemento cardine della funzione materna: è infatti il corrispettivo psichico del dare e trasmettere la vita; è l'ingrediente affettivo di base delle cure rivolte al neonato e, in ogni caso, una risorsa inestinguibile cui attingere nel corso della vita. Il figlio, soggetto della cura, è degno di fiducia indipendentemente dal livello delle sue risposte e delle sue prestazioni.
La fiducia e la speranza vengono trasmesse al neonato dallo sguardo della madre che rappresenta per lui lo specchio attraverso il quale conoscersi e riconoscersi (Winnicott, 1968); la madre accogliendo e sintonizzandosi con l’emotività del bambino, dandogli un senso, gli restituisce un’immagine che costituisce il nucleo del sé sul quale cresce e sviluppa sua identità. Lo sguardo del bambino a sua volta, trasmette alla madre totale fiducia e affidamento in termini di protezione e sicurezza.
Per Erickson (1968, 1982) la speranza è una forza che nasce dal superamento dell'antitesi tra fiducia di base e sfiducia; essa richiama l'immagine del gettare avanti, dell'apertura di credito verso l'altro. La sicurezza delle cure materne alimenta il senso di sicurezza nel bambino; successivamente il clima di speranza e fiducia gli permette di progettare e avvertire il desiderio di conoscere e apprendere. La fiducia reciproca infatti, permette al bambino di esplorare l’ambiente e di sperimentarsi nel mondo esterno; perché ciò accada è essenziale che abbia sviluppato fiducia che i genitori rimarranno una base sicura a cui poter tornare in caso di necessità, e che abbia letto nello sguardo dei genitori la fiducia nelle sue capacità e nella bontà del mondo da esplorare.
Anche più avanti nello sviluppo, come abbiamo visto, è mediante l’espressione facciale dell’altro, che noi cogliamo con immediatezza come esso ci vede e di conseguenza, come noi possiamo essere: la consistenza dell’immagine che ognuno ha di se stesso, si costruisce quindi nella relazione con altri significativi, sulla base di ciò che questi ci rimandano di noi.
L’adolescenza come fase del ciclo di vita familiare impegna nuovamente genitori e figli intorno al tema della fiducia; i genitori infatti sono chiamati a realizzare un atteggiamento di protezione flessibile (Cigoli) che tenga conto contemporaneamente sia degli aspetti di autonomia necessari alla crescita del figlio sia dei bisogni di dipendenza ancora presenti. Inoltre devono svolgere una funzione di orientamento personalizzato e di mediazione con il sociale, individuando criteri che possano aiutare l'adolescente a compiere le proprie scelte e ad applicarli alla propria situazione personale.
L'acquisizione di un'identità adulta viene favorita quando l'adolescente sa di poter contare su una famiglia in cui sia possibile il dialogo inteso come incontro-confronto e negoziazione tra diversi punti di vista e in cui venga data una direzione alla crescita in termini di spinta e orientamento alle scelte. È importante inoltre che i genitori riescano a trasmettere un legame fiducioso con la società, che li sostenga nello sviluppo di una progettualità personale.
La capacità dei genitori di accettare gradualmente le opinioni dei ragazzi e il loro punto di vista durante le discussioni familiari e di sostenere i loro sforzi verso l'autonomia, trasmette ai figli adolescenti un senso di fiducia e di autoefficacia; inoltre la comunicazione supportiva in famiglia incoraggia lo sviluppo di abilità sociali e protegge dal rischio psicosociale.
Il conflitto tra le generazioni all'interno di una relazione caratterizzata da fiducia, vicinanza emotiva e tono emotivo positivo è associato a un buon sviluppo dell'identità e ad adeguate abilità relazionali; al contrario un conflitto che si connota come ostile e soggetto ad escalation ha come esito l'alienazione del giovane dal suo contesto familiare e compromette le sue future abilità relazionali (Collins, Repinsky 1994).
Durante la fase adolescenziale dare fiducia ai propri figli significa anche dare fiducia a se stessi come genitori, ai legami familiari costruiti e a quanto è stato seminato a livello educativo e relazionale durante l’infanzia.